Salina-faro

Giunto alla quarta edizione, il SalinaDocFest ha deciso quest’anno di interrogarsi su un tema importante per il racconto del nostro paese: L’identità.

Ridefinire il concetto di identità, femminile e maschile, privata e pubblica, individuale e sociale, in un paese diviso e separato come il nostro, dove l’anomalia è diventata la norma e il paradosso si è accampato sul senso comune, ci sembra il punto di partenza per capire chi siamo e da dove veniamo.

Il tema attraversa come filo rosso tutte le sezioni del Festival, a partire dal Concorso per documentari narrativi, che quest’anno abbiamo voluto nazionale per focalizzare lo sguardo sulla realtà del nostro paese.

Consapevoli che le celebrazioni storiche, come quella per i 150 anni dall’Unità di Italia, hanno un senso solo se contribuiscono a far riflettere sulla situazione politica e sociale di oggi e se chiamano il passato a testimone e giudice del presente, si è deciso di dedicare la Sezione “Reperti di memoria” a documentari che abbiano raccontato attraverso storie italiane la faticosa conquista di un’identità nazionale o la presa di coscienza di identità tuttora rimosse del nostro Paese: brigantaggio, emigrazione, colonizzazione; insieme ad alcune preziose “chicche” inedite, scovate grazie alla collaborazione di storici del cinema come Sebastiano Gesù (Sicilia all’addritta dei Fratelli Taviani è un docucorto pressoché inedito nel panorama cinematografico). Dal passato al presente, la sezione guarderà ai giovani registi di oggi, che tornano con forza alla Storia del nostro paese ricostruendo il passato con uno sguardo vigile e attualizzante.

Gianfranco Pannone, ospite della sezione con il suo nuovo film documentario presentato alla ultima Mostra del Cinema di Venezia, Ma che storia, prodotto da Cinecittà Luce, ha ripercorso la storia dell’identità italiana dall’Unità ai tempi moderni, in un percorso tutt’altro che lineare che mette in luce le crepe, le battaglie rimosse e le conquiste ancora da attuare nel nostro paese. Identità rimosse o abbandonate.

Spesso si dimentica, quando respingiamo innalzando muri i flussi migratori nel Mediterraneo, che un tempo gli emigranti eravamo noi e che oggi il nostro paese è tornato a essere un paese di emigranti, soprattutto per i giovani italiani costretti a lasciare la propria terra per cercare un lavoro altrove e fuggire l’atroce realtà del precariato.

In questa direzione si muove il Workshop per insegnanti e studenti delle scuole medie superiori, che ha come tema Identità/Alterità: il nostro paese visto dagli altri, in uno spazio dedicato alla scuola inteso come luogo privilegiato, oggi più che mai di fronte agli attacchi e agli smantellamenti ai danni della scuola pubblica, di formazione dell’identità e di una coscienza critica rispetto al potere.

Interverranno storici e docenti di letteratura universitari, come Salvatore Lupo, Domenica Perrone e Romano Luperini, accanto a scrittori, attori e registi stranieri trapiantati in Occidente, o nati in Italia da genitori di altra nazionalità, che si confronteranno con la nostra storia e la nostra identità: Dagmawi Ymer, già vincitore, insieme ad Andrea Segre, del Salinadocfest 2008 con il documentario ispirato alla sua drammatica storia Come un uomo sulla terra, che oggi siamo felici di ospitare di nuovo a Salina con il suo lavoro dedicato alla comunità di Lampedusa che lo accolse quattro anni fa quando arrivò sui gommoni come profugo; Amara Lakhous (scrittore algerino) e Igiaba Scego (scrittrice e giornalista di origini somale), da poco protagonista del dibattito sui giornali per una commovente Lettera al Presidente della Repubblica: Caro Presidente, mi aiuti a non emigrare. Il workshop si concluderà con un evento speciale dedicato alla figura di Giovanni Verga e all’origine dell’identità letteraria novecentesca, nell’ambito del quale proietteremo, di ritorno dalla Mostra del Cinema di Venezia, il film Malavoglia di Pasquale Scimeca, alla presenza del produttore Riccardo Tozzi.

In questa stessa ottica Identità/Alterità il Comitato d’onore del Festival ha deciso di premiare uno scrittore di origine palermitana che si sta affacciando con forza nel panorama letterario, Giorgio Vasta, raccontando lo spaesamento del nostro paese e di chi lo abita con un nuovo stile e una nuova lingua letteraria che ci allontanano dal panorama nichilistico e decostruttivista degli anni Novanta. Come in passato Roberto Saviano, Vincenzo Consolo e Mohsin Hamid, Giorgio Vasta terrà un incontro con il pubblico del Festival sull’identità della letteratura e sul rapporto tra intellettuali e potere nella società di oggi.

Al tempo stesso la sezione “Finestra sul presente”, dedicata ai migliori documentari italiani che si siano distinti per qualità linguistiche ed espressive nei maggiori festival internazionali, ruoterà attorno al tema “Identità recluse / Identità negate” con due eventi speciali di due registi già ospiti del nostro Festival: La bocca del lupo di Pietro Marcello, vincitore del Festival di Torino 2009, storia d’amore tra un ex galeotto e un transessuale in una Genova che mescola in una sinfonia visiva echi pasolinani alle suggestioni oniriche di Dino Campana, e Il sangue verde di Andrea Segre (già autore di Come un uomo sulla terra), forte atto di accusa contro le violenze di Rosarno che dimentica il tempo in cui a cogliere le arance erano gli italiani.

Forti del riconoscimento ottenuto dall’Assessorato regionale al turismo, che intende inserire il SalinaDocFest nel cartellone dei grandi eventi per il 2011, della preziosa collaborazione dell’Anfe, Associazione Nazionale Famiglie Emigrate, che quest’anno organizza un convegno sul tema Migrazioni e Identità, insieme al supporto dei Sindaci di Santa Marina, Malfa e Leni, che ringrazio personalmente a nome di tutto lo staff del SalinaDocFest, e a SalinaIsolaVerde, possiamo dirci soddisfatti di un anno che, accanto a dure battaglie e qualche amara rinuncia, ci ha portato fino a New York nello scorso giugno 2010, per il nuovo Ponte Sicilia-America-Australia, che quest’anno siamo felici di inaugurare con il documentario di Gianfranco Norelli, Pane amaro, dedicato alla nostra emigrazione in America. Grazie alla passione di chi ha creduto e continua a credere nel nostro Festival, primo fra tutti il pubblico di Salina, quest’anno siamo felici di annunciare la presenza sull’isola di ospiti come Valerio Mastandrea e Daniele Luchetti, ma anche Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, che insieme ai Radio Dervish hanno deciso di imbarcarsi con noi in questo viaggio verso Salina, nella convinzione che le parole sono importanti e che “resistere” insieme è l’unico antidoto che ci resta se vogliamo che i nostri sogni si facciano progetti.

Grazie a tutti

Giovanna Taviani