La-Beauté-C’est-Ta-Tête-ZimmerFrei-SalinaDocFest-2014

La giuria del Concorso Nazionale SalinaDocFest 2014 -, composta da Cristina PiccinoPasquale EliaGabriella GallozziWilma Labate Edoardo Winspeare, L’8a edizione del SalinaDocFest, si chiude con l’assegnazione del Premio Tasca d’Almerita per il miglior documentario in concorso al film LA BEAUTÉ C’EST TA TÊTE di ZimmerFrei (Francia/Italia, 2013, 60’), “Per la capacità di condividere lo sguardo, compiuto e appassionato, nel raccontare un’umanità dolente in una Marsiglia ancora crocevia di culture, anime, volti che dicono di un mondo in fermento.”

Il film è firmato dal collettivo ZimmerFrei (nella foto: Anna de ManincorAnna Rispoli, Massimo Carozzi) nato a Bologna nel 2000. La loro complessa pratica si situa tra cinema, teatro, musica e performance. Mescolando diversi linguaggi, il Gruppo produce suoni caleidoscopici e opere visive che indagano ambienti urbani reali e immaginari, dove la mente e il fisico si fondono in una coerente narrazione dell’esperienza umana. La Beaute c’est ta tete appartiene alla serie Temporary Cities, un ciclo di documentari che racconta di luoghi molto circoscritti e zone in cui è in corso una trasformazione urbana, sociale e culturale (fanno parte della serie LKN Confidential, Bruxelles, The Hill, Copenaghen, Temporary 8th, Budapest e Hometown | Mutonia).

«La Capitale della Cultura 2013 – dichiara il collettivo – è stata la cornice culturale che ha accompagnato la riprogettazione del waterfront di Marsiglia, ma il processo di city-branding e gentrification ha coperto un’idea di ingegneria sociale aggressiva e nuove esclusioni che hanno spinto molti degli abitanti dei quartieri popolari a spostarsi o a rifugiarsi in comunità chiuse. ZimmerFrei ha eletto come propria base Mon Bar, un minuscolo bar accanto al mercato di Noailles, un porto di mare vissuto come rifugio, ribalta, seconda casa o primo soccorso. Il film si mescola alle giornate degli habitué che lo frequentano, segue i loro percorsi, deraglia, annaspa, annega e ritorna sempre allo stesso punto di partenza, come un pezzo di sughero che galleggia sulla risacca».

Una Menzione Speciale va al film THE SHOW MAS GO ON di Rä di Martino (Italia, 2014, 30′), “Per il gusto della ricerca in una bolla spazio-temporale in cui si muovono personaggi eccentrici, rubati dalla vita e dal cinema”.

MAS, i Magazzini allo Statuto, apre a Roma all’inizio del secolo scorso, in Piazza Vittorio, la piazza più multietnica della città. La sua vocazione originaria era di magazzino di lusso, e a testimoniarlo restano i sontuosi lampadari. Ma in seguito MAS è diventato il magazzino del popolo. Migliaia di metri quadrati, abitati quotidianamente da un’umanità vasta e tanto variopinta quanto la merce che si trova esposta.

Un luogo di culto, “palcoscenico” su cui il tessuto urbano che lo frequenta si intreccia a scene recitate e citazioni cinematografiche, che ne restituiscono spirito, potenzialità ed energia. «L’idea del video\documentario – raccontano Rä di Martino Marcella Libonati (che firma la sceneggiatura del film, insieme alla regista) – nasce una sera in cui passando davanti a MAS la nostra reazione alla chiusura è stata unanime. Impossibile! Così tre amiche, una video artista, una aiuto regista e una agente, decidono di iniziare subito le riprese per fermare il tempo di questo luogo\non luogo, trasformato per l’occasione in un palcoscenico»

Altra menzione speciale LA MALATTIA DEL DESIDERIO di Claudia Brignone (Italia, 2014, 57’), “per lo sguardo empatico della regista (nella foto) che ci ricorda, senza moralismi, come ogni esistenza abbia bisogno di cura.”Il film vince anche il Premio Signum come documentario più votato dal pubblico.

Sullo sfondo dello stadio San Paolo (Napoli, Fuorigrotta), esattamente sotto la curva A sorge il SER.T: servizio per le tossicodipendenze. In questo quartiere, che la domenica si popola di tifosi, c’è un luogo che custodisce le storie di medici e pazienti. Per più di due anni Claudia Brignone ha frequentato quel luogo ascoltando la voce di chi prova a uscire dalla “dipendenza”, definita dai medici “la malattia del desiderio”.

Ognuno sembra avere la sua terapia, anche se spesso si rivela soltanto un tentativo. «ll film è un racconto corale – spiega la regista – in cui il luogo, contenitore di storie e di vite, è il vero e proprio protagonista.È stato un lavoro lungo e intenso, di conoscenza e di ascolto, in cui tra fase di ricerca e quella di riprese sono trascorsi più di tre anni. Non sapevo quando avrei smesso di filmare, ne ho preso coscienza solo quando Giuseppe, uno dei protagonisti, è venuto a mancare. Con la sua morte ho capito che avrei dovuto mettere un punto alle riprese e da quel momento ho iniziato a costruire il senso del racconto con il materiale che avevo in maniera autentica e discreta»

Il PREMIO MALVASIA per il video contest ISOLANI SI ISOLATI NO! (assegnato dalla giuria composta da Letizia Airos, Ivo Basile, Flavio Natalia, Ugo Parodi e Alberto Tasca) va al cortometraggio IN CITTA’ SEI UN NUMERO di Salvatore Tuccio. Menzione Speciale giuria a Gianfranco Taranto e Marco Miuccio per ISOLA…MENTE. Menzione speciale SDF a Sally D’Albora per MARINAREDDU