Firmato dal collettivo ZimmerFrei, questo film fa parte della serie di documentari, Temporary Cities, che racconta di luoghi molto circoscritti e zone in cui è in corso una trasformazione urbana, sociale e culturale (fanno parte della serie LKN Confidential, Bruxelles, The Hill, Copenaghen, Temporary 8th, Budapest e Hometown | Mutonia, Santarcangelo di Romagna. In una bettola di un vecchio quartiere, Noailles, di Marsiglia, una fauna alla deriva si ritrova per bere e parlare.

La Capitale della Cultura 2013 è stata la cornice culturale che ha accompagnato la riprogettazione del waterfront di Marsiglia, ma il processo di city-branding e gentrification ha coperto un’idea di ingegneria sociale aggressiva e nuove esclusioni che hanno spinto molti degli abitanti dei quartieri popolari a spostarsi o a rifugiarsi in comunità chiuse. ZimmerFrei ha eletto come propria base Mon Bar, un minuscolo bar accanto al mercato di Noailles, un porto di mare vissuto come rifugio, ribalta, seconda casa o primo soccorso.

Il film si mescola alle giornate degli habitué che lo frequentano, segue i loro percorsi, deraglia, annaspa, annega e ritorna sempre allo stesso punto di partenza, come un pezzo di sughero che galleggia sulla risacca.

ZimmerFrei

ZimmerFrei è un collettivo di artisti (Massimo CarozziAnna de ManincorAnna Rispoli) nato a Bologna nel 2000, la cui complessa pratica si situa tra cinema, teatro, musica e performance. Mescolando diversi linguaggi, il Gruppo produce suoni caleidoscopici e opere visive che indagano ambienti urbani reali e immaginari, dove la mente e il fisico si fondono in una coerente narrazione dell’esperienza umana.