Un'immagina da "La scomparsa di mia madre" di Beniamino Barrese

Icona degli anni Sessanta, Benedetta Barzini è stata musa di artisti del calibrio di Andy Warhol, o Richard Avedon. Femminista, madre, docente di Antropologia della Moda, in eterna lotta con un sistema che per lei significa sfruttamento del femminile. A 75 anni, stanca dei ruoli e degli stereotipi, desidera lasciare tutto, scomparire. Turbato da questo progetto radicale, suo figlio Beniamino comincia a filmarla, determinato a tramandarne la memoria.

Il regista: “La volontà di mia madre di “scomparire” è arrivata come una boutade. Che cosa puoi fare se tua madre dice di volersene andare per sempre? Decidere di fare questo film è stato il mio tentativo di trovare una risposta. Ho ricominciato a filmarla come facevo da bambino, fino ad arrivare in quello spazio intimo in cui da sempre l’avevo conosciuta. L’ho fatto con e contro mia madre, convinto che l’esposizione del nostro conflitto (personale e politico) potesse celebrare quelle domande che non aveva mai smesso di pormi”.

Beniamino Barrese (1986) ha studiato filosofia alla Statale di Milano, International Political Economy al King’s College di Londra e Cinematography alla National Film and Television School di Beaconsfield, UK. La scomparsa di mia madre è il suo primo film lungometraggio come regista.

LA SCOMPARSA DI MIA MADRE (Italia, 2019, 94’). Regia, Beniamino Barrese; con Benedetta Barzini, Beniamino Barrese; montaggio, Valentina Cicogna; fotografia, Beniamino Barrese, Brian Fawcett; musica, Aaron Cupples, Miguel Miranda & Jose Miguel Tobar; produttore, Filippo Macelloni; produttore esecutivo, Beniamino Barrese, Giovanni Storti, Lorenza Garzella, Haley Pappas, Matt Ippolito, Bryn Moser; produzione, Nanof
in collaborazione con Rai Cinema, Raiot Films. Con il supporto del Mibac Direzione Generale Cinema. Realizzato nell’ambito del Programma Sensi Contemporanei Toscana per il Cinema.
Distribuzione, Reading Bloom, Rodaggio