CHI SIAMO

Il SalinaDocFest è nato da un’idea di Giovanna Taviani

Un’idea ispirata da un profondo legame con l’isola delle lunghe estati dell’infanzia e dell’adolescenza, con le spiagge bianche di Lipari, set scelto nel 1984 dal padre Vittorio e dallo zio Paolo – che fin dal 1970 avevano scelto Salina come seconda casa – per Kaos, dove Giovanna interpretò, assieme al fratello Giuliano e alla cugina Valentina – la scena del “tuffo” nella pomice.

Il-tuffo-nella-pomice-Kaos

L’idea prende forma durante l’elaborazione del suo Fughe e Approdi e si concretizza nel 2007 quando – con il sostegno della Sicilia Film Commission e del Mibact Direzione Cinema, in collaborazione con l’associazione Salina Isola Verde e con i comuni di Santa Marina Salina e Malfa, si svolge la prima edizione del SalinaDocFest, festival del documentario narrativo.

A garanzia della qualità, vengono costituiti un Comitato scientifico e un Comitato d’onore di cui fanno parte Romano Luperini, Bruno Torri, Giorgio e Mario Palumbo, Paolo e Vittorio Taviani. Il racconto dei popoli e delle culture, in particolare quelle del Mediterraneo, è da subito il filo conduttore delle scelte. Fin dalla prima edizione – quando i temi dell’immigrazione non erano come oggi al centro delle cronache – il Festival dedica focus specifici agli “invisibili” che in numero crescente raggiungono l’Europa. Un impegno sottolineato dal patrocinio dell’UNHCR e dell’Associazione Carta di Roma.

Con uno storico di oltre 1.500 film iscritti e 400 proiettati, 1.000 tra registi e produzioni provenienti da 12 paesi, 200 giornalisti accreditati, 700 ospiti speciali e attraverso il gemellaggio con festival del documentario di ogni parte del mondo (Stati Uniti, Brasile, Germania, Gran Bretagna, Slovenia, Spagna, Marocco, Tunisia) il SalinaDocFest si è affermato tra gli eventi di punta per il cinema documentaristico internazionale ed è uno dei protagonisti del processo che negli ultimi anni ha trasformato il “documentario narrativo” in un genere capace di grande impatto popolare e meritevole di riconoscimenti quali il Leone d’Oro della Mostra del Cinema di Venezia del 2013 a Sacro Gra e l’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino 2016 a Fuocammare, entrambi di Gianfranco Rosi. Un impegno sostenuto da personalità importanti del mondo della cultura e del cinema, come Martin Scorsese e Roberto Saviano, ospite alla prima edizione per presentare Gomorra. Il SalinaDocFest, ha scritto Saviano, “mi ha iniziato a una forma d’arte che non mi ha più abbandonato. Il documentario: un occhio sul mondo, migliaia di occhi sul mondo”.

Il SalinaDocFest è anche il Festival delle Eolie. Perché l’intero arcipelago è stato ed è protagonista della storia del cinema italiano: da Stromboli Terra di Dio (1950) di Roberto Rossellini (con Ingrid Bergman) a L’Avventura girato a Panarea tra il 1959 e il 1960 da Michelangelo Antonioni, da Vulcano di William Dieterle (con Anna Magnani) a Il Postino di Massimo Troisi, al Caro Diario di Nanni Moretti. Le Eolie sono state e sono anche protagoniste dello specifico genere del documentario. A Stromboli, nel 1954, Vittorio De Seta, girò il suo Isole di Fuoco. E a Salina, alla fine degli anni Quaranta, nacque la Panaria Film di AlliataMaraini e Moncada che sperimentò tecniche di ripresa subacquea mai realizzate prima. Un festival, assieme, per il mondo e per il suo territorio. Per la natura spettacolare della più verde delle isole vulcaniche e anche per la sua economia.

Il SalinaDocFest ha il sostegno delle amministrazioni dei comuni di Malfa e Santa Marina Salina e di alcune delle più importanti realtà imprenditoriali eoliane e siciliane.

Sulle rotte donchisciottesche del SalinaDocFest

Il Manifesto