Le prove di "Refugees il respiro dei migranti - Salina Opera Paese". Da sinistra Mario Incudine, Marianella Bargilli. Enrica Aruri e Ugo Bentivegna

Gli abitanti di Salina attori per un giorno. E’ lo spettacolo teatrale itinerante Refugees il respiro dei migranti – Salina Opera Paese che oggi alle 21,30, a Santa Marina, chiuderà l’edizione 2019 del SalinadocFest.

Ideato, scritto e diretto da Ugo Bentivegna con la collaborazione di Lorenza Fruci e le musiche originali di Mario Incudine – che stasera sarà sul palco per il concerto di chiusura D’acqua e di rosi – lo spettacolo (prodotto da Fattore K) vedrà il coinvolgimento degli abitanti di Salina che, assieme agli attori, daranno vita a un cunto collettivo. Gli abitanti insomma, diventeranno interpreti unendo così le storie passate di emigrazione con quelle, attuali, di chi attraversa il Mediterraneo per raggiungere le coste italiane.

Ugo Bentivegna

Presente e passato che si incrociano e si alternano in un rimando di sentimenti che non conoscono tempo e luogo perché sono sentimenti universali. Ed ecco, negli anni Trenta, sul transatlantico “Giulio Cesare” diretto in Argentina, un siciliano in cerca di fortuna e una vedova toscana che si scopriranno accomunati dalla speranza e dalle stesse paure dell’ignoto.

Interpretato da Marianella Bargilli, Mario Incudine, Ugo Bentivegna ed Enrica Arcuri, Refugees farà incontrare gli spettatori e i protagonisti sul pontile che conduce a una nave: il molo di Santa Marina si riempirà così di persone di ogni età, proprio come le famiglie degli emigranti, mentre attraverso pannelli luminosi sistemati lungo il percorso si ricorderanno gli emigrati illustri del Novecento: da Einstein a Freud da Marlene Dietrich a Rudolf Nureyev.

Marianella Bargilli

Tra gli isolani-attori, la titolare della pescheria di Santa Marina, un elettricista, un imbianchino, un giovane della comunità marocchina, signore e signori in pensione, residenti in tutti e tre i comuni dell’isola. Le prove si sono tenute in una vecchia casa di Lingua, appartenente alla famiglia di Bruno Tromboli, che nella vita lavora nella barca-cisterna del Comune e d’inverno fa teatro assieme ad altri appassionati. Ieri raccontava, con commozione, di come in tante famiglia sono stati riaperti i vecchi bauli per recuperare, come costumi di scena, i vestiti delle nonne e dei nonni.

Bruno Tromboli

Nella stessa casa dove si sono svolte le prove – una casa vecchia sul mare di Lingua con grande terrazzo abbandonato – in questi giorni risiedono gli attori professionisti di Opera Paese. Perché gli abitanti di Salina non solo si sono offerti come figuranti, ma hanno fornito anche supporto logistico e messo a disposizione le loro auto per gli spostamenti e oggetti delle loro case per l’allestimento delle scene.si sono offerti chi donando case chi auto chi pentole etc

“Oggi – dice Bentivegna – c’è tanto bisogno di umanità, l’accoglienza l’altruismo sono l’unico rimedio per arginare una politica dell’odio che sta appiattendo la vera natura dell’uomo”.

Dopo Opera Paese e la consegna dei premi, Mario Incudine salirà sul palco di Santa Marina per il suo D’acqua e di rosi, una raccolta di brani interamente dedicati all’amore e all’amore vissuto dalle donne siciliane. Perché, come spiega lo stesso cantautore “di acqua e di rose sono fatte le donne siciliane: acqua di mare, insaporita dal sale, rose profumate, difese dalle spine. Ogni donna porta con sé un suono: legno vibrante che fa serenate la notte, metallo temprato che scalda ogni cibo, vento di scirocco che corteggia gli scogli, pietra calcarea che custodisce i fiori, melodia antica che fa nascere la passione”.

Mario Incudine

Un repertorio affascinante di brani originali composti da Incudine e che vedono collaborazioni fruttuose come quelle con Franco Barbarino, Mario Saroglia, Carlo Muratori, Antonio Vasta. Tra questi brani autorali si inserisce anche una originalissima Vuccuzza di ciuri, interpretazione/traduzione di Bocca di rosa di Fabrizio De Andrè.
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